Cambia la procedura d’utilizzo dei buoni lavoro: si legge sul Sole 24 ore di oggi. La comunicazione andrà effettuata almeno 60 minuti prima dell’inizio della prestazione lavorativa oppure con un sms o con la posta elettronica, il committente dovrà comunicare alla sede territoriale dell’Ispettorato nazionale del lavoro ANPAL” i dati anagrafici o il codice fiscale del lavoratore, indicando anche il luogo e la durata della prestazione lavorativa.
Sanzioni e irregolarità nel lavoro accessorio cosa cambia?
In caso di violazione scatteranno sanzioni amministrative molto pesanti che vanno da 400 a 2.400 euro, in per ogni lavoratore per cui è stata comunicato l’avvio di una prestazione lavorativa. Si vuole quindi chiudere il cerchio per contrastare i fenomeni di abuso per i buoni lavoro, contenuta nel Dlgs con i primi correttivi al Jobs act che potrebbe arrivare sul tavolo del prossimo Consiglio dei ministri.
Modifiche nel lavoro accessorio arriverà presto la bozza.
La bozza di 8 articoli si apre proprio con le modifiche ai buoni lavoro: lo strumento diventa pienamente tracciabile, modificando l’attuale sistema secondo cui la comunicazione di inizio della prestazione può essere fatta con riferimento ad un arco temporale non superiore ai 30 giorni successivi.
La bozza di Dlgs messa a punto dai tecnici di palazzo Chigi e ministero del Lavoro, per i voucher viene mutuata la procedura già utilizzata per tracciare il lavoro intermittente, senza intaccare i limiti dei 7mila euro per la prestazione complessiva e di 2mila euro per la prestazione svolta per ogni singolo committente. Con l’eccezione dell’agricoltura: in questo caso non vale il limite per ciascun committente, ma si applica il solo limite complessivo di 7mila euro per lavoratore, considerando che questo settore già dispone di una disciplina limitativa che prevede utilizzo del buono lavoro per attività stagionale, effettuata da pensionati e under 25enni.
Il premier Matteo Renzi dichiara durante il question time alla camera «Siamo contrari all’ abolizione dei voucher e contestualmente disponibili a discutere con il parlamento eventuali forme migliorative. I percettori di voucher oscillano tra 1,9% e 2,7% della forza lavoro, in larga parte turismo e commercio. Se ci sono eccessi siamo pronti a discuterne».
Il Prof. Maurizio del Conte spiega «L’operazione di tracciabilità e di trasparenza è tesa a contrastare esclusivamente gli abusi», «Vogliamo salvaguardare l’utilizzo corretto del voucher anche per l’emersione dal lavoro nero».
Alcuni report del ministero del Lavoro, riportano alcuni dati interessanti e significati secondo cui «emerge che solo tra il 7,9 e il 10% dei percettori di voucher avevano un contratto dipendente o parasubordinato, rispettivamente nei 3 o 6 mesi precedenti, con lo stesso datore di lavoro». Peraltro, la quota di voucher non riscossi è intorno al 5%.
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