Niente fiducia alla Camera sul testo del Jobs Act uscito dal Senato – che sarà comunque modificato – ed il presidente del Consiglio fa sapere che “è possibile che ci sia la fiducia sul testo che verrà fuori dall’accordo di queste ore”.
E ancora: sì al reintegro per i licenziamenti discriminatori e per quelli disciplinari senza giusta causa in determinate. Il Governo si impegna quindi a salvare il reintegro sui licenziamenti “per motivi discriminatori e per quelli ingiustificati di natura disciplinare, previa qualificazione specifica delle fattispecie” che saranno definite nei decreti delegati.
Da Bucarest, il premier Matteo Renzi dice: “La partita è chiusa, il parlamento voterà nelle prossime ore e dal 1° gennaio avremo chiarezza sulle regole del mercato del lavoro, minori costi per gli imprenditori, più soldi in busta paga per i lavoratori, una riduzione delle forme contrattuali. Non si tolgono diritti ma si riducono gli alibi”. Con il Jobs Act si interverrà sul “meccanismo dell‘articolo 18 che va finalmente superato. E’ un grandissimo passo in avanti”.
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